Economia circolare: una strategia per crescere, innovare e competere

24.07.2025

“L’economia circolare oggi è un anticipo di futuro. Investire tramutandolo in vantaggio competitivo in tempi così volatili è una sfida aperta.” Laura Pighi, CPO Greenmap

Un nuovo bilancio della circolarità in Italia

Oggi l’economia circolare non è più un tema per pochi, ma una leva strategica per innovare, competere e creare valore. A conferma di questo sviluppo si è svolta, lo scorso aprile presso l’Auditorium dell’Ara Pacis di Roma, la Settima Conferenza Nazionale sull’Economia Circolare, occasione in cui è stato presentato il 7° Rapporto sull’Economia Circolare in Italia.

L’evento, promosso dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e dal Circular Economy Network, con il supporto tecnico-scientifico di ENEA e il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ha riunito imprese, istituzioni, enti di ricerca e professionisti per analizzare l’evoluzione della circolarità nel nostro Paese e definire le priorità strategiche.

Il Rapporto conferma la posizione di vertice dell’Italia in Europa per performance circolari: spiccano l’elevato tasso di riciclo, il basso utilizzo di risorse pro capite e l’efficienza nell’uso dei materiali. Tuttavia, per rafforzare i risultati ottenuti, è fondamentale investire in innovazione tecnologica, filiere integrate e in una progettazione orientata al circular by design.

A partire da queste premesse, si aprono oggi nuove traiettorie d’azione: rafforzare ciò che funziona, investire dove esistono margini di crescita, attivare connessioni per una visione sempre più integrata della circolarità.

Riorientare lo sguardo: leve e visione strategica

L’economia circolare non può più essere letta soltanto attraverso i numeri del riciclo: è la visione strategica a fare la differenza, quella che consente di ripensare in chiave circolare l’intero ciclo di vita dei prodotti, dei processi e delle filiere. Il passaggio da un sistema che gestisce i rifiuti a un modello pensato per essere circular fin dall’origine è oggi una delle principali sfide — e al tempo stesso una delle maggiori opportunità — per il sistema produttivo italiano.

Tre linee di azione sono emerse con forza:

  • Rendere competitivo il riciclo, investendo non solo in quantità, ma soprattutto in qualità, tracciabilità e innovazione di processo. Migliorare le tecnologie, i flussi e gli standard può generare un impatto diretto in termini di efficienza industriale e attrattività del materiale riciclato.
  • Sviluppare competenze e cultura del design circolare a tutti i livelli della catena del valore, dalla progettazione al post-vendita. Questo significa formare progettisti, manager e tecnici in grado di pensare soluzioni modulari, durevoli, riparabili e facilmente reintegrabili nei cicli produttivi.
  • Costruire una governance di sistema, capace di connettere le strategie pubbliche e private, valorizzando le sinergie tra imprese, enti di ricerca, istituzioni e territori. È questa la condizione per attivare ecosistemi industriali circolari e resilienti.

La sfida oggi non è recuperare terreno, ma potenziare ciò che già funziona e orientarlo verso un impatto strutturale, trasformando queste traiettorie attive in valore stabile, competitivo e condiviso.

Cosa ci siamo portati a casa? Le leve per una transizione circolare efficace

Se ti sei perso il cuore dell’evento te lo raccontiamo noi!

Il messaggio è chiaro: sappiamo dove andare, ora è il momento di agire con più decisione. L’economia circolare non può più avanzare per passi isolati: occorrono scelte strutturali e coordinate per consolidare e amplificare l’impatto delle azioni già in corso.

Gli interventi hanno messo in luce con chiarezza la necessità di:

  • Politiche industriali mirate, come il nuovo Clean Industrial Deal, che punta a raddoppiare il tasso di circolarità dell’Unione Europea entro il 2030 e a integrare la circolarità nei piani di sviluppo industriale
  • Investimenti pubblici e privati, essenziali per attivare tecnologie abilitanti come la bio-fabbricazione, l’intelligenza artificiale e la digitalizzazione delle filiere
  • Strategie normative evolute, capaci di rendere più rapido l’accesso al mercato per i prodotti circolari e di sostenere il passaggio dallo sviluppo sperimentale allo scale-up industriale

Claudia Brunori, Direttrice Dipartimento sostenibilità, circolarità e adattamento al cambiamento climatico dei sistemi produttivi e territoriali di ENEA, evidenzia come oggi più che mai non bastano le buone pratiche singole: per fare un vero salto di scala è necessario adottare un approccio integrato e sistemico. Questo significa creare connessioni tra attori, strumenti e visioni, con un quadro normativo coerente e una governance multilivello.

“Cosa serve? Un approccio integrato che unisca visione strategica, investimenti in innovazione, governance multilivello e un quadro normativo evoluto”, sottolinea Brunori.

Facendo leva su queste strategie sarà possibile costruire catene del valore più resilienti, interconnesse e sostenibili, capaci di rispondere alle sfide globali e, al tempo stesso, di generare nuove opportunità economiche concrete.

Economia circolare: vantaggi reali e una leva per la competitività

L’economia circolare non è solo una risposta alle sfide ambientali ma rappresenta sempre più una leva strategica per la competitività industriale, l’innovazione e la riduzione dei costi. I vantaggi per le imprese sono reali e misurabili:

  • Ridurre la dipendenza dalle materie prime critiche, grazie all’utilizzo di materiali e al recupero efficiente delle risorse
  • Accedere più facilmente a finanziamenti, incentivi e bandi europei grazie all’allineamento con le priorità del Green Deal e del nuovo quadro normativo europeo
  • Apertura a nuovi mercati internazionali
  • Sviluppare modelli di business, integrati e in grado di adattarsi rapidamente ai cambiamenti normativi e di mercato

Il 7° Rapporto sull’Economia Circolare in Italia quantifica l’impatto potenziale: un risparmio di oltre 82 miliardi di euro sulle importazioni di materiali e una riduzione della produzione di rifiuti pari a 17 milioni di tonnellate al 2030. Numeri che parlano chiaro: puntare sulla circolarità non è più solo una scelta sostenibile, è una scelta di posizionamento strategico.

Economia circolare su misura: il nostro supporto per imprese che vogliono agire

Accompagnare le imprese nella transizione circolare significa fornire strumenti concreti, misurabili e direttamente applicabili. L’ Assessment del proprio livello di circolarità è un passo fondamentale per trasformare intuizioni o richieste di mercato in una strategia operativa.

Come lo facciamo? Attraverso una Mappatura tecnica e strategica che permette alle aziende di leggere con occhi nuovi la propria proposta produttiva e di valore. La mappatura traduce prestazioni dei prodotti in indicatori riconosciuti e ne individua di nuovi, utili a validare il valore sostenibile dell’offerta.

Supportiamo le aziende nel raggiungere gli obiettivi di circolarità attraverso framework riconosciuti, sviluppando assessment solidi e conformi allo standard Uni/TS 11820:2024, in grado di fornire una valutazione precisa e strategica dell’organizzazione.

Offriamo un’analisi di contribuzione specifica ai principali rating internazionali del green building, come LEED, BREEAM o WELL, ma non solo. Il percorso può includere momenti di formazione e si integra con roadmap o linee guida operative, utili per aziende singole o reti che vogliono attivare progetti pilota o percorsi condivisi.

Sostenibilità e circolarità non sono obiettivi futuri: sono strumenti concreti per generare, oggi, vantaggio competitivo. Con il metodo giusto.

Le norme ISO della serie 59000 offrono principi e linee guida per accompagnare la transizione verso modelli di business più sostenibili, focalizzati sulla creazione di valore e sul miglioramento delle performance.

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