Circolarità in edilizia

26.11.2024

È fatto noto che per arrivare agli obiettivi globali di sostenibilità, decarbonizzazione, rigenerazione dei sistemi naturali e di una più complessiva integrazione di equità l’economia circolare sia la chiave per la transizione e il perseguimento degli obiettivi.

Secondo la definizione della Ellen MacArthur Foundation economia circolare «è un termine generico per definire un’economia pensata per potersi rigenerare da sola. In un’economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera».

Secondo dati riportati nel rapporto “The circularity built environment playbook” pubblicato a fine del 2023 dal Circulariy Acccelerator di WorldGBC le stime indicano che il mondo viaggia ad un tasso circolare solo al 7,2%, con una riduzione rispetto all’8,6% del 2020 e al 9,1% del 2018. I Paesi ad alto reddito generano più di un più di un terzo dei rifiuti mondiali, ma rappresentano solo il 16% della popolazione mondiale. Si prevede che entro il 2050 la produzione di rifiuti nell’Africa sub-sahariana sarà più che più che triplicata rispetto ai livelli attuali. Due pianeti Terra sarebbero necessari per soddisfare questo livello di domanda ogni anno.

 

Possiamo proseguire, ma il concetto è chiaro.

In questa cornice, come cita il Global ABC Global Status Report già nel 2018 con il 30% delle emissioni di carbonio del settore delle costruzioni generato a livello di prodotto e costruzione non possiamo ignorare che un’azione più rapida lungo l’intera l’ intera catena del valore è necessaria.
Inoltre gli sforzi per combattere il cambiamento climatico si sono concentrati ad oggi prevalentemente su energie rinnovabili ed efficienza energetica. Queste misure affronterebbero il 55% delle emissioni del settore. Tuttavia, per raggiungere gli obiettivi climatici sarà necessario affrontare e dare priorità al
restante 45% delle emissioni associati agli oggetti che produciamo, compresi i materiali da costruzione ( da Ellen MacArthur Foundation).
È chiaro il ruolo fondamentale a cui è chiamata la intera filiera delle costruzioni con la lunga scia manufatturiera che la costituisce. Questo comporterà di integrare anche nuovi concetti e modelli di business.

L’implementazione nella prassi di obiettivi e principi condivisi è sfidante e richiede di recuperare la capacità di approccio sistemico e di collaborazione intersettoriale per il superamento delle barriere in quanto l’economia circolare richiede una trasformazione che coinvolge tutte le fasi della catena del valore. Ecco perché la necessità di programmi che facciano convergere ampi settori a creare piattaforme di informazioni accessibili e di circolazione di prassi a massa critica.
Per quanto riguarda la filiera del settore delle costruzioni, ad esempio, Circularity Accelerator di WorldGBC mette in rete di oltre 75 Green Building Council nel mondo e i loro 46.000 membri per lavorare verso obiettivi di circolarità. Partecipa al Circularity Accelerator anche il GBC Italia, della cui nascita oltre quindici anni fa Habitech è stato promotore. GBC italia ha sviluppato sul tema dell’economia circolare in edilizia position paper e linee guida per la progettazione circolare.
WorldGBC è inoltre uno dei sei partner principali della Circular Buildings Coalition (CBC), un’iniziativa che mira ad accelerare l’adozione dei principi dell’economia circolare in tutto il settore edilizio europeo, essendo il tema della accelerazione di centrale rilevanza.

Il tema della scarsità delle materie prime critiche fornisce già dati che rendono il bisogno di accelerare una priorità nelle agende di sviluppo.
Riprendendo gli studi prima accennati emergono delle chiavi per l’implementazione dell’economia circolare nella filiera delle costruzioni che guidano in una riconcettualizzazione stessa dei materiali e dei modelli di business.

Accenniamo alcuni temi rilevanti a titolo esemplificativo, non dimenticando che si tratta di una costellazione di fattori più ampia.
Passaporto dei materiali, digitalizzazione, edifici come banche di materiali: arrivare a codificare un passaporto permetterebbe di raccogliere e rendere fruibili in maniera interscambiabile le caratteristiche e il valore dei materiali e dei prodotti da costruzione per il recupero, il riutilizzo e il riciclo in grandi volumi e in piattaforme di mercato. Esistono diversi strumenti di mercato esistenti utili in questa direzione come l’analisi del ciclo di vita (LCA) e le dichiarazioni ambientali di prodotto (EPD). Evolvendo ulteriormente in una cornice sistemica le informazioni dei prodotti utilizzati in un edificio dovrebbero essere mappati e registrati in database digitali e su piattaforme di scambio dati. I database dei materiali dovrebbero essere trasparenti per facilitare il confronto, dimostrando al contempo il valore residuo dei materiali alla fine del di un edificio.
I passaporti digitali dei materiali dei materiali permetterebbero a tutti i beni costruiti di diventare “banche” di materiali, per la re-immissione in un futuro ciclo di vita.

Articolando questa premessa si arriva al concetto di estrazione urbana e cascata di materiali: l’ambiente costruito diventa una risorsa preziosa, consentendo la rivalorizzazione all’interno di piu cicli. Il concetto di cascata di materiali, ossia degli usi consecutivi e funzionanti di un materiale che deriva dal mondo del legno, massimizza l’efficacia delle risorse riutilizzando prodotti per creare il massimo valore economico nell’arco di più cicli di vita.
Questo richiede per essere possibile che la progettazione si faccia carico di comprendere e governare questa dimensione, necessitando per esplicarsi di avere a disposizione materiali con passaporti fruibili ed intellegibili, di cui sopra. Necessita anche che le potenzialità tecnologiche industriali spesso già pronte possano essere operabili, in un quadro governato capace allo stesso tempo di accogliere in tempi brevi le innovazioni così da favorire investimenti e una competitività virtuosa in ricerca e sviluppo.

Gli edifici inoltre rappresentano presidi di stoccaggio del carbonio. Lo stoccaggio del carbonio nei materiali da costruzione come visto in precedenza è essenziale per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione. L’uso di strumenti di contabilizzazione del di carbonio incorporato negli edifici può aiutare a dare priorità ai materiali che incorporato di carbonio invece di compensare i materiali, così come prioritizzare materiali con possibilità di essere reimmessi in successivi cicli di vita.

Appare a questo punto sempre più chiaro che i principi di economia circolare devono informare da principio e ristrutturare la concettualizzazione, la produzione dei materiali, la filiera e le piattaforme di interscambio per poter essere fattivamente implementati. La localizzazione in raggi ravvicinati delle filiere produttive può rappresentare una ulteriore opportunità ed una strategia ad impatto positivo dal punto di vista ambientale, sociale ed economico.

Accenniamo inoltre al concetto della responsabilità estesa del produttore. La responsabilità estesa del produttore (EPR) è una politica in base alla quale ai produttori viene attribuita una significativa responsabilità – finanziaria, fisica, di impatto – per la raccolta e il trattamento dei prodotti post-consumo. L’attribuzione di tale responsabilità in linea di principio incentiva fortemente l’implementazione della progettazione per la circolarità.
In una ottica allargata, queste spinte sono fonti di grande opportunità per lo sviluppo di nuovi prodotti, nuovi servizi e business concept evolutivi, favorendo l’interazione e l’ approccio design thinking.

Anche lo sviluppo di nuove competenze e la creazione di nuove figure ibride dovrebbe essere in cima alla lista delle agende dei soggetti promotori di innovazione e sviluppo e fattore chiave della costellazione. La domanda di soluzioni circolari deve essere supportata da banche dati, piattaforme e logistica appropriata, per collegare produttori e sviluppatori. In questo il campo la potenza dell’intelligenza artificiale si può rivelare di grande utilità.
Come si vede l’economia circolare assomma una serie ampia di principi, che non sono solo riferite ai materiali; come ci ricorda la ISO di recente pubblicazione i principi dell’economia circolare abbracciano sistemi di pensiero, creazione di valore e modelli di business, resilienza e rigenerazione dei sistemi.

Nello stesso tempo vanno affrontate le barriere attuali per poter elaborarne un superamento virtuoso. Sebbene i materiali con caratteristiche circolari siano riconosciuti elementi essenziali per gli obiettivi globali, rimangono di complessa ma necessaria accelerazione i temi abilitanti: tempi chiari per la declinazione nel mercato degli investimenti, processi di validazione, quadri normativi allineati, chiari ed appropriati per l’uso in grande scala di materiali e logistiche innovative, standardizzazione e inter-comunicabilità dei dati, rimodellazione nella valutazione costi-benefici, per citarne alcuni.

Come visto dobbiamo essere pronti ad abbracciare complessità, accelerazione e cooperazione che si rilevano attitudini imprescindibili perché i principi dell’economia circolare possano attuarsi nella direzione del ripristino delle risorse e dei sistemi naturali all’interno di una fiorente ed equa economia.

Laura Pighi © Chief Program Officer GREENMAP

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